lunedì 7 aprile 2014

Pizzo Corzene

Oggi finalmente scrivo il primo post riguardante una vetta e come sempre iniziano i primi dubbi: scrivere una relazione dettagliata e puramente descrittiva del percorso o descrivere solamente la mia gita? Dopo tutta la notte a pensare sul da farsi ho deciso di provare a unire il tutto provare a raccontarvi la mia gita descrivendo anche il percorso con alcune indicazioni per chi volesse ripeterlo.
Arrivato domenica mattina presto al parcheggio di fronte all’Hotel Spampatti, qualche centinaio di metri prima del Passo della Presola, infilo i miei scarponcini da trekking, zaino in spalla e imbocco la via Cassinelli. L’aria è frizzantina, il silenzio vista l’ora è fantastico e lo stress e i pensieri di tutti i giorni iniziano a dissolversi e vengo avvolto dal dolce abbraccio del bosco che circonda la strada. Dopo pochi minuti di cammino lungo la carrettiera, la stessa finisce ad una piccola baita. Da qui decido (come avevo letto su alcuni siti e libri) di salire dritto sul prato che si trova dietro la baita puntando il bosco soprastante nella speranza di superarlo e trovare la Baita Cassinelli. Ed ecco, come dicevo nel post recedente, che inizio a dover contare solo su di me e sulle mie scelte: sarà questo il prato del quale ho letto, e se mi sono portato troppo avanti, forse dovevo girare prima…ma ormai sono qui e il mio istinto mi dice di inviare a salire. Risalgo il prato e mi addentro nel boschetto, subito penso di essermi perso, poi guardandomi in giro scorgo alcuni nastri rossi su alcuni rami, sollievo la strada sembra essere quella giusta, supero il bosco e dopo poco ecco che il rifugio Cassinelli mi appare rassicurandomi. Adesso inizia la neve, così inforco le ciaspole, gentilmente prestatemi dal mio amico Tres, e seguendo le tracce di coloro che sono saliti nei giorni scorsi, tenendo la sinistra mi addentro nel vallone incastonato tra la Presolana (sulla destra) e il Corzene (sulla sinistra). Sono completamente solo, non c’è nessuno, neanche un pantano rumore di macchine niente…è stupendo solo io la neve e le montagne. Il percorso è tecnicamente facile, così inizio a “rilassarmi” un po’ e a godermi il paesaggio. I pensieri, senza preavviso, mi riportano ad una foto che avevo visto qualche tempo fa in un libro del famoso alpinista Italiano Marco Confortola, raffigurava la Valle del Silenzio, è una valle che si trova ai piedi dell’Everest (la montagna più alta della terra), anche questa valle è circondata da vette imponenti e maestose, da una parte l’Everest e dalla’atra il Lhotse ( che coi suoi 8.516mt è il 4° ottomila del pianeta) e nel suo libro Confortola la descrive come un luogo di pace, silenzio e tranquillità, molto in contrasto con le vette minacciose che la circondano. Ed ecco che mi sembra di essere lì, a 8.000mt, in cammino verso il mio personale Everest. Il senso di solitudine è immenso, rafforzato oggi dal fatto che in giro non c’è nessuno, se non uno ski-alper che salito prima di me sta già scendendo, giusto il tempo di un saluto e sparisce velocemente. Ma come spesso accade in montagna quando ci si accinge a salire una vetta, la calma e la tranquillità è solo apparente, non bisogna mai abbassare la guardia, il pericolo è sempre dietro l’angolo e infatti la vista di alcune slavine scese dai canali di queste vette mi impongono di stare all’erta, di ascoltare ogni rumore ed essere pronto a mettermi al riparo nel caso qualche slavina dovesse staccarsi proprio durante il mio passaggio. Fortunatamente tutto procede per il meglio e raggiungo la fine della valle da dove a sinistra parte una stretta e un po’ esposta cresta che conduce alla vetta. MI fermo per prepararmi all’attacco, via ciaspole e bastoncini e mi preparo con ramponi e piccozza. Mi giro e riguardo la splendida vallata che ho appena percorso, rivedo la traccia che come un lungo serpente risale la vallata fino a dove mi trovo adesso e rimango lì a fissarlo immobile come se da un momento all’atro dovesse spuntare la sua testa da dietro l’ultimo dosso, ma niente tutto rimane immobile. Rigenerato dalla breve sosta mi concentro sugli ultimi metri che mi separano dalla vetta. Sono i più impegnativi, per fortuna sono salito presto e la neve è bella dura così le punte dei ramponi mordo il ghiaccio e i miei passi si fanno sicuri…pianto la piccozza, due passi e ancora piccozza, due passi e così procedo con cautela fino a quando la cresta non inizia ad assottigliarsi e allora quel senso di solitudine che prima mi trasmetteva pace e serenità, all’improvviso inizia a farmi preoccupare un po’:”caspita ma se cado e scivolo giù non mi vede nessuno!!”Come sempre in montagna la paura è buona amica, quando si ha paura si sta molto più attenti e così ho fatto, ad ogni passo prima di staccare l’altro piede per fare il passo successivo controllavo che il rampone fosse ben saldo e che pa piccozza fosse ben piantata. Ed eccola finalmente, la cima!!!! Che spettacolo!!! Quando finalmente arrivo in cima tutto passa, la stanchezza svanisce, la paura si calma e tutto intorno a me si ferma, è uno spettacolo indescrivibile, riconosco in lontananza le montagne che ho già avuto la fortuna di salire e quelle che devo ancora raggiungere, riconosco quasi 2.000mt più sotto il bellissimo lago d’Iseo e le valli della bergamasca e del bresciano. Purtroppo il sole mi riporta alla realtà, inizia a fare caldo e la neve inizia ha mollare un po’, è ora di scendere. Mi giro e piano piano ritorno sui miei passi girandomi ogni tanto ad ammirare questa fantastica montagna che mi ha concesso di provare tutte queste emozioni. Arrivo dove mi ero tolto le ciaspole e questa volta me le rimetto. Riguardo la valle, la parte destra da dove sono salito non mi sembra molto sicura perché passa troppo vicino ai canali che con l’innalzarsi della temperatura potrebbero scaricare in qualsiasi momento, così vedo in lontananza il bivacco città di Clusone con la vicina Cappella Savina e decido di attraversare la vallata e raggiungerli per fermarmi a mangiare un boccone. Una volta nelle vicinanze del bivacco finalmente incontro i primi segni di vita, un paio di ciaspole e bastoncini fuori dal bivacco, aumento il passo per raggiungerlo in fretta, una volta arrivato tolgo le ciaspole e metto dentro la testa…una faccia amichevole mi sorride e come se ci conoscessimo da una vita mi invita ad entrare offrendomi anche il caffè che stava preparando. Mi siedo, divoro i panini che come sempre mi ha preparato mia moglie, finisco la bibita energetica che porto sempre con me e mentre mi gusto l’ottimo caffe preparato da Maurizio, iniziamo a chiacchierare proprio come due vecchi amici. Proprio quando mi accingo a salutare per scendere mi invita a seguirlo fino a raggiungere la grotta che si trova a vira 45min di cammino proprio sotto le Presolana. Inforchiamo le nostre ciaspole e ritorniamo al Passo di Pozzera dove pieghiamo a destra fino a raggiungere la grotta che purtroppo è coperta da quasi 5mt di neve caduta durante l’inverno. Mi riprometto di tornare a vederla quando tutta la neve si sarà sciolta e finalmente inizio la discesa ritornando da prima al bivacco per poi dirigermi al Rifugio Cassinelli. Raggiunto il rifugio improvvisamente finisce la neve, come se la natura volesse indicarci l’uscita dall’ambiente “glaciale” e il rientro alla civiltà. Ripercorro il tragitto dell’andata fino a quando incontro un cartello che indica “Passo della Presola 45min a sinistra”, non ricordavo di acero visto all’andata e non ricordavo neanche di essere arrivato da lì, così ancora una volta decido di seguire il mio istinto e tiro dritto scendendo rapidamente verso il basso. Ancora una volta avevo ragione, in breve raggiungo il prato dove al suo limite si trova la baita da dove comincia la mulattiera che mi riporterà alla macchina. Nel breve e semplice tratto finale, ripenso alla bellissima giornata e non riesco a credere che fino a qualche ora prima pensavo di essere nella Valle del Silenzio ai piedi dell’Everest, mentre adesso mi trovo a camminare tra prati in fiore nel tepore del sole primaverile, è anche per questi contrasti che adoro la montagna!
Spero di essere riuscito a trasmettervi le forti emozioni che ho provato durante questa gita e che le mie indicazioni siano state utili a tutti coloro che volessero salire il Pizzo Corzene.
Per maggiori informazioni o chiarimenti potete tramite l’apposito form in fondo al blog e a breve caricherò tutte le foto.

Grazie a tutti e alla prossima

Davide









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