martedì 15 aprile 2014

Monte Ferrantino

E’ da qualche mese che io e i mie due amici, Marco, detto “Tres” ed Emer, cerchiamo di organizzare un bel giretto tutti insieme, ma per mille motivi non ci siamo ancora riusciti e anche questa volta non sembra diversa. Fino a venerdì siamo solo in due e in più il tempo è un po’ incerto, ma sabato ecco la svolta, il meteo sembra essersi stabilizzato sul sereno e anche l’ultimo della piccola compagnia  alla fine riesce a liberarsi dagli impegni di famiglia (meglio non approfondire, sappiamo solo che ha mandato la moglie a mangiare da sola dalla suocera, non vorrei essere in lui al ritorno). Eccoci finalmente tutti insieme in macchina (un bel suvvettino nuovo nuovo del Tres) alle 6:30 un po’ assonnati ma carichi e pronti per affrontare la la giornata da tanto attesa. Visto che è già un miracolo che siamo riusciti a trovarci, chiaramente non siamo d’accordo sulla meta finale, io vorrei salire il Monte Ferrante, una bella cima di 2.427mt nel gruppo della Presolana, al Tres basterebbe fermarsi all’anticima, il Monte Ferrantino 2.325mt, mentre Emer visto il piccolo infortunio al piede vorrebbe raggiungere il rifugio Albani, mangiare qualcosa e rientrare. La meta non è importante, l’importante è che siamo finalmente tutti insieme. Dopo 1h e 45min circa, non ricordo con esattezza visto che abbiamo chiacchierato tutto il viaggio e il tempo è volato, siamo arrivati nel parcheggio basso degli impianti di risalita di Colere, uno dei primi paesini che si incontrano dopo il passo della Presolana arrivando da Bergamo. Calziamo gli scarponcini, diamo un’ultima controllata agli zaini e seguiamo le chiare indicazioni per il rifugio Albani. La stradina, inizialmente asfaltata, ci porta, con un primo breve strappo, nel bosco, dove la stessa diventa un bel sentierino sterrato. Dopo aver costeggiato la pista da sci per un centinaio di metri, rientriamo e sinistra nel bosco lasciando i “colleghi” dello sci-alpinismo che hanno proseguito dritti sulle piste da sci. Finalmente soli, ci lasciamo andare a chiacchiere e risate e senza neanche accorgercene usciamo dal bocconi una piccola valle ancora piena di neve. Ci fermiamo qualche minuto per fare delle foto (naturalmente tutte uguali) e trainati dall’Emer, che ripetendo come un marra “mi fa male l’unghia, mi fa male l’unghia” oggi va come un treno (a volte il dolore e la voglia di togliere lo scarponcino fanno miracoli), arriviamo in vista del Rifugio Albani che raggiungiamo in 2h di divertente cammino. Eccoci alla prima tappa della nostra giornata, sgranocchiamo qualcosina, un goccio d’acqua e subito si presenta il primo dilemma, continuiamo o rientriamo? E’ ancora presto, sono solo le 10:30, e chiacchierando col rifugiata scopriamo che a circa 30min c’è un’altro rifugio da dove si vedono il Ferrante e in Ferrantino. Così decidiamo intanto di raggiungere il rifugio per rimandare la decisione a dopo. Io e il Tres inforchiamo le ciaspole e ci mettiamo all’inseguimento di Emer, che per merito dell’unghia rotta, è partito qualche minuto prima di noi. Effettivamente dopo una mezzoretta lungo un sentiero battuto dalle motoslitte e un’ultimo strappo lungo la pista da sci raggiungiamo il Rifugio dell’Aquila. Il Ferrantino è lì a due passi così senza dover dire niente pieghiamo tutti a destra in direzione della cima. Qui vista la pendenza, anche se breve, decidiamo di sostituire le ciaspole coi ramponi e forse in cuor mio anche con la speranza di poter raggiungere la cima più alta, quella del Ferrante. Risalendo la cresta in breve ci troviamo in vetta al Ferrnatino, lo spettacolo è stupendo, la parete Nord della Presolana è magnifica ed imponente, e lo sguardo fugge sul maestoso trio Alben-Menna-Arera, che come sempre ascia a bocca aperta. Siamo contenti, ci abbracciamo e iniziamo a scattarci fuoco a vicenda per immortalere questo momento, ma qualcosa stona, la mia meta è lì a due passi, ma la ripida e un po’ esposta parete finale è ricoperta di neve marcia e con mio grande rammarico sono costretto ad ammettere che oggi è proprio impraticabile. La delusione si trasforma immediatamente in energia positiva, forse per la bella compagnia, e così saluto il Ferrante con la promessa che non appena la via si libererà dalla neve ci rivedremo e ci sfideremo come sempre ad armi pari. Scendiamo, affamati, fino al rifugio dell’Aquila, dove consumiamo i nostri panini su tre belle panche riparati dal vento e scaldati dal sole che dopo essersi fatto desiderare adesso risplende nel cielo. Riposati e rifocillati, decidiamo di scendere seguendo le piste da sci, che anche se aperte per il week-end, visto l’orario sono praticamente deserte. In poco tempo ci troviamo nel bosco, dove riprendiamo il sentiero di salita che ci riporta, con un po’ di tristezza e nostalgia, alla macchina. Stanchi ma soddisfatti ci cambiamo e lentamente ritorniamo a casa, facendo mille progetti sulle prossime uscite e ripromettendoci che questa volta non passerà così tanto tempo prima di organizzarci di nuovo. Ma forse è proprio questo il bello, l’attesa, che rende tutto più magico e speciale, forse se uscissimo insieme tutte le domeniche, alla fine le nostre gite sarebbero noiose e monotone…beh amici però se state leggendo adesso non esagerate, va bene l’attesa ma che non sia l’anno prossimo :-)

Come sempre trovate tutte le foto nella Photo Gallery qui affianco.

Un saluto


Davide




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